DESERT WIZARDS - Beyond The Gates Of The Cosmic Kingdom

Black Widow
Se andiamo alla ricerca di emozioni trascinanti, spaziali e retrò, possiamo tranquillamente rivolgere la nostra attenzione verso la Black Widow Records, divenuta negli anni autentico punto di riferimento nazionale e internazionale per quanto concerne un certo tipo di far musica. Anche nel caso dei nostrani Deserti Wizards, la nostra amata label fa centro. Permettendo l’uscita di un ottimo album dalle tinte psichedeliche, che già possiamo trovare a partire nella bella copertina, in pieno stile Psychedelic. Il suono del disco, le tracce sono un concentrato di energia “spaziale” , andando a pescare a piene mani anche dagli anni ’70. Dentro questo splendido calderone vi troveremo reminescenze di Deep Purple, Black Sabbath sul versante hard rock/metal. Gli arrangiamenti sono ricercati e curati nei particolari, come si può ascoltare fin da subito nell’iniziale Astral Master, brano che sembra riportare indietro le lancette dell’orologio di quasi quaranta anni.

Tipico sound settanti ano che tra l’altro invaderà l’interno album, proprio come farebbe la nebbia in una fredda notte d’inverno. Stupenda la seconda traccia Dogstar, con il suo inizio talmente dolce, da brividi il proseguimento, sempre alla ricerca maniacale di un certo tipo di impostazione sonora, tanto cara anche allo stoner rock, ma in versione più malinconica quasi. Dotata anche di una certa potenza e tanto groove è la terza canzone Born Loser. I nostri Desert Wizards ci sanno fare e anche molto bene. Qui si assiste quasi a una resurrezione di un certo John Lord alle tastiere e synth. La psichedelica si impadronisce del seguente brano, Red Sun, dove compare l’ombra dei mai dimenticati The Doors, in versione moderna. Altro grande brano dall’inizio country è sicuramente The Man Who Rode The Time. Chiudono poi questo bel disco tre brani in cui la band dimostra come ci si possa avvicinare anche ad alcune influenze tratte dai Pink Floyd senza nessun timore. Distant Memories,Snakes e A Light In The Fog sono poste in un ordine davvero brillante. Una gradita e sorprendente scoperta. 

Voto: 9/10

Sandro Lo Castro